La serie di crani antropologici di 3B Scientific è stata completamente rinnovata. Il risultato è evidente e tangibile! Tutti i modelli sono eleganti riproduzioni di copie scientifiche dalla collezione dell’università Johann Wolfgang Goethe, Francoforte sul Meno, Istituto di antropologia e genetica umana per biologi. In questo modo è stato possibile riprodurre tutti i dettagli con la massima fedeltà. A completamento di queste esclusive repliche, sul piedistallo viene rappresentato anche il luogo geografico del ritrovamento dei rispettivi crani sulla base dei rilievi delle carte geografiche.
Il VP754/1 è il modello perfetto della ricostruzione del cranio, il cui originale è stato trovato nel 1921 in un giacimento di minerali di Broken Hill, Rhodesia nord-occidentale (oggi: Kabwe in Zambia). Si tratta di un Homo sapiens rhodesiensis o di un Homo erectus rhodesiensis dell’Archeozoico superiore, poiché presenta indizi per entrambe le forme. Pertanto, anche le forti oscillazioni riguardo all’indicazione dell’età, sono da attribuire ai diversi principi scientifici.
Questo modello è il calco di una riproduzione proveniente dalla raccolta dell’università Johann Wolfgang
Goethe di Francoforte sul Meno, Istituto di antropologia e genetica umana per biologi.
Il cranio di Broken Hill (oggi Kabwe, in Zambia) venne scoperto nel 1921 nella Rodesia nord-occidentale.
Si trovava sul fondo di una grotta che si addentrava per circa 30 metri nella collina di una miniera, per
poi inabissarsi. La fine del tunnel cavernoso si trovava a circa 27 m sotto il livello dell’ingresso. Lì, oltre al
cranio, c‘erano altre ossa umane ed animali, ed alcuni utensili. I reperti erano in gran parte ricoperti di
piombo, zinco e vanadio, e quindi si erano conservati in modo naturale.
Il cranio è nel complesso ben conservato e il viso non presenta danni.
Nella calotta cranica mancano l’osso temporale destro e parti dell’osso occipitale. Sul lato sinistro del cranio sono presenti piccole lesioni, forse impronte di denti di un animale feroce o ferite dovute a utensili di pietra umani.
Il cranio, relativamente grande e massiccio, è caratterizzato dalla notevole lunghezza di 206 mm. La larghezza del cranio è di 145 mm, l’altezza invece di soli 130 mm, quindi relativamente ridotta. Il volume della calotta cranica, di circa 1300 cm3, è di poco inferiore al valore medio che si riscontra nell’uomo moderno recente.
Le prominenze sopraorbitali molto accentuate spinsero inizialmente a classificare il reperto nel gruppo
dei neandertaliani, nei quali tuttavia l’ispessimento laterale della prominenza non è sviluppato nella
stessa misura. Invece caratteristiche ugualmente estreme si ritrovano nei reperti di Saldanha, nel gruppo
Ngandong indonesiano e in misura ancora maggiore in Oldoway Bed II.
Anche l’andamento della curva sagittale nella sezione frontale diverge da quello dei preneandertaliani e
dei neandertaliani. Invece la vicinanza con i reperti di Ngandong è innegabile. Le divergenze diventano
ancora più evidenti se si compara il contorno del cranio visto da dietro.
La “forma a tenda canadese” a cinque angoli caratteristica di molti reperti di Homo erectus distingue
chiaramente Broken Hill dalla cosiddetta “forma a frittata” dei neandertaliani, con curvatura fluida e
larga. L’occipite mostra tuttavia forti reminiscenze dell’Homo sapiens, giacché manca la tipica piega forte
dell’Homo erectus.
La parte facciale del cranio presenta scarso prognatismo. Le semiarcate della prominenza molto marcate
si spingono molto verso il basso nella regione gabellare e molto verso l’esterno nella regione temporale,
cosicché il cranio qui è ancora più largo che nella regione zigomatica.
Le cavità oculari sono di grandi dimensioni, la parte superiore del viso è molto alta e misura 93 mm. Ciò
dipende anche dall’osso della mascella superiore, che fa dedurre anche un corpo mandibolare alto.
Nel complesso le caratteristiche principali del cranio di Broken Hill (Kabwe) non mostrano quasi nessuna
somiglianza con il gruppo dei neandertaliani, mentre si infittiscono i riferimenti agli uomini moderni fossili, tra i quali va sottolineato soprattutto il maggiore volume della calotta cranica.
Assieme al cranio sono stati trovati dei pezzi di ossa degli arti, che non presentano nessuna specializzazione riconducibile ai neandertaliani europei.
Le ossa di animali ritrovate sono di specie tuttora viventi. Per questo l’età del reperto è stata dapprima
fissata in 40.000 – 60.000 anni. Invece la correlazione tra lo strato del reperto e la datazione con amminoacidi rendono più probabile un’età di 150.000 – 300.000 anni.
Rappresentante dell’Homo sapiens dell’Archeozoico superiore (attribuzione secondo Henke e Rothe, 1994) o dell’Homo erectus rhodesiensis.
Luogo del ritrovamento: Caverna di un giacimento di minerali di Broken Hill, oggi Kabwe in Zambia
Periodo del ritrovamento: 1921
Età: Probabilmente da 150.000 a 300.000 anni, in principio si presumeva fossero 40.000 – 60.000 anni VP754/1